giovedì 18 dicembre 2008

commento ai blog

concordo pienamente con quello che è stato scritto sia da carlotta:http://comunicazioneeducativa.blogspot.com/
che da nadia: http://formazioneadulti.blogspot.com/
ogni nostra parola, ogni nostro gesto e addirittura ogni nostro silenzio è comunicazione! purtroppo sono poche le persone in grado di cogliere la comunicazione "oltre le parole" e credo che sia per questo che come dice nadia, nessuno coglie i segnali che i giovani d'oggi mandano.
noi siamo qui, a studiare queste cose forse anche per questo motivo. vogliamo formare! vogliamo aprire gli occhi a chi ci è davanti e a chi non è in grado di vedere oltre "se stesso"

mercoledì 17 dicembre 2008

social software

Una definizione ... controversa
- Fonte: Spataro - Guglielmo Troiano

Termine recente (2007) dell'era dell'internet di massa (Web 2.0) che distingue il software per l'uso che se ne fa o per le funzioni che svolge.

Non e' una distinzione tecnica ma socio-culturale. Per questo controversa.

Che il software possa essere definito sociale e' un fatto contestato: secondo alcuni infatti molti software sul mercato già da quando internet era utilizzata solo da poche migliaia di utenti, sono "sociali": cosi' lo sarebbero i software che gestiscono usenet, le chat, i forum.

Quindi, pur negando che sia qualcosa di nuovo, in effetti si può affermare che, se mette insieme piu' persone e le fa collaborare tra loro, il software ha aspetti sociali.

Tuttavia si deve distinguere dal groupware, software per la gestione interna di attività di aziende o associazioni tramite internet. Quest'ultimo infatti non consente agli utenti di fare tutto quello che vogliono, ma solo quello per il quale sono autorizzati dalla struttura.

alcuni social software sono:

facebook: permette di ritrovare amici e di poter comunicare e interagire con loro nello stesso momento, permette di poter caricare foto, video e commenti personali da condividere con chi si vuole!!

messanger: permette di chattare con i propri contatti in tempo reale

netlog: è simile a facebook e anche questo permette di mantenere contatti con gli amici, condividere con loro foto video, urli , note, commenti e permette anche di chattare


martedì 16 dicembre 2008







ho trovato ora il blog di Luigina http://lupag-tiascolto.blogspot.com/, ho visto che anche lei parla di ascolto e di silenzio, riprendendo delle regole che possono essere comprese nelle 7 regole di cui ho scritto nel mio post: primi passi...
anche il silenzio è comunicazione!
anzi, credo che nel silenzio ci sia quasi più comunicazione che non con il rumore. (forse ho un pò esagerato ma delle volte è proprio così!)
c'è chi dice che i veri amici sono quelli che ti sono vicini e che ti parlano e ti capiscono con il silenzio;
in certe circostanze non si è capaci di parlare usando le parole e quindi si comunica con il silenzio ma che non è vero silenzio perchè dentro di noi (anche se stiamo in silenzio) tutto si muove e a volte grida ma è incapace di uscire. chi sa ascoltare è colui che cerca di tirare fuori ciò che resta solo dentro di noi!

le dipendenze vecchie e nuove

il fenomeno è molto complesso perchè influisce su molti aspetti della sfera individuale e sociale e non ha una definizione precisa.
Alonso-Fernandez ha cercato di classificare le dipendenze e le ha divise in
-dipendenze sociali o legali
-dipendenze antisociali o illegali
(le prime sono costituite da alcool, tabacco, farmaci, _droghe legali_ e da attività socialmente accettabili _guardare la tv, mangiare, fare acquisti, le seconde dipendenze comprendono le dipendenze da sostanze illegali o attività come furti, rapine, incendi,..)
ciò che accomuna le vecchie dipendenze e quelle nuove sono:
- impossibilità a resistere all'impuls di mettere in atto il comportamento
- sensazione di tensione che cresce prima del comportamento
- piacere quando il comportamento viene messo in atto
- percezione di perdita di controllo
- persistenza del comportamento, nonostante eso implichi conseguenze negative.
quando si parla di "dipendenze tecnologiche" ci si riferisce a dipendenze legate alla trasformazione socio-economica e ai nuovi modelli di relazione e che hanno come caratteristica principale quella di sostituire la realtà.

per maggiori informazioni vi consiglio il libro "nuovi media e nuove dipendenze" di Chiara Pattaro dal quale ho preso spunto!

è un interessante argomento da ffrontare quello dei nuovi media e delle dipendenze che ne derivano! ovviamente questi media sono essenziali per noi ora ma come tutto devono essere usati in modo giusto!

lunedì 15 dicembre 2008

primi passi..

ho tra le mani il libro di Marianella Sclavi intitolato "Arte di ascoltare e mondi possibili". sono in un momento particolare della mia vita e sono un pò a corto di idee su cosa scrivere in questo blog ma proprio in questo periodo della vita (purtroppo molto triste) mi sono ripresa in mano questo libro. nel retro della copertina sono elencate le 7 regole dell'arte di ascoltare.
questo libro non è essenziale solo per un buon formatore ma anche per chi, nella vita viene messo a dura prova e deve dare dimostrazione di saper davvero ascoltare. perchè a volte succede proprio che tu senta l'esigenza di parlare e parlare e cerchi comprensione nel tuo interlocutore. però è davvero difficile trovare qualcuno che possa davvero comprendere ciò che vuoi esprimere.
un buon ascoltatore (o un buon amico) dovrebbero rispettare queste 7 regole che sono:
1- non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.
2- quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare il tuo punto di vista.
3- se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva.
4-le emozioni sono elementi conoscitivi fondamentali, se sai comprendere il loro linguaggio. non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi
5- un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. i segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perchè incongruenti con le proprie certezze.
6-un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.
7- per diventare un esperto nell'arte dell'ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo vien da sè.

queste 7 regole possono e dovrebbero essere messe in pratica da tutti perchè ascoltare è comprendere. comprendere è conoscere. conoscere è crescere, crescere è costruirsi e costruirsi è vivere!

giovedì 4 dicembre 2008

perchè la formazione?


perchè le formazione?
perchè nella vita non si arriva mai; ogni meta è il punto di partenza per quella successiva.
perchè da soli a volte è difficile capire.
perchè per saper vivere bene anche con gli atri bisogna essere in grado di relazionarsi nel modo migliore.
perchè la formazione è continua e è per tutti!!